Il termine "marmo" deriva dal greco marmaros, che significa "pietra splendente", ossia la cui superficie può diventare lucida mediante il processo di levigatura. L'uso del marmo, impiegato nelle costruzioni, in tutte le sue variegate forme e colori risale a tempi remoti a civiltà precedenti la nascita di Cristo. La civiltà romana, però, ne ha perfezionato le tecniche ed ha sfruttato le peculiarità di questo materiale naturale, sempre reperibile, utilizzandolo sia come struttura sia come elemento decorativo (rivestimento, pavimento). Ne erano un esempio a Roma i vari edifici pubblici come terme, fori, teatri e anfiteatri ed anche edifici privati come domus, ville ed alcuni edifici di culto. Ma un uso più raffinato del marmo sarà materializzato nel MOSAICO (dal latino musaicus da Musa); la realizzazione di un disegno, geometrico o figurativo, tramite l’uso di piccoli pezzetti di marmo disposti direttamente sulla calce fresca. Inizialmente si usavano solo 2 colori, il bianco e il nero, poi soprattutto in edifici nobili si passò alla policromia. L'area archeologica di Ostia antica, vicino Roma, è ricca di questi esempi. Non solo sono presenti nelle domus ma anche come insegne pubblicitarie davanti i negozi. I commercianti esponevano all’ingresso del locale un mosaico che rappresentava la merce in vendita.
Recentemente, sempre ad Ostia antica, è stata portata alla luce una domus, appartenente ad una famiglia molto nobile; si tratta della "domus di porta marina" (oggi collocata nel museo della civiltà dell’ alto Medioevo all'Eur. E' un opera unica nel suo genere. Qui le ricche decorazioni in marmo non sono fatte solo con mosaico, quindi con piccoli pezzetti di marmo, ma è il marmo stesso che è tagliato secondo la sagoma del disegno. Questa tecnica si chiama "opus sectile" e richiede maestria, precisione e..... molto tempo.
Più tardi, dopo l’anno mille, il marmo caratterizzerà i pavimenti delle basiliche e chiese romane con gli intarsi COSMATESCHI. I “Cosmati” erano Marmorari Romani che aprirono varie botteghe. Il termine deriva dal nome Cosma, un componente della famiglia di marmorari romani più importante di Tebaldo Marmorario (1100- 1150). I mosaici cosmateschi sono composti da tasselli di marmo, di varie dimensioni, ed utilizzano tutte le molteplici gamme cromatiche che questo materiale offre. Sono veri e propri “tappeti marmorei coloratissimi” che il tempo non scalfisce. Queste opere a Roma si possono ammirare in alcune chiese come S. Maria Maggiore, S. Maria in Cosmedin, S. Clemente, SS. Quattro Coronati, S. Crisogono ecc...
L’interesse, la dedizione e l’impegno per questo lavoro ci è stato tramandato da nostro padre che prima di tutti ci ha insegnato le “regole del mestiere”. La passione, che era viva in lui, di mantenere nel tempo materiali indistruttibili come il cotto ed il marmo , attraverso un lavoro di “ restauro e conservazione” ha alimentato la nostra curiosità, arricchito la nostra cultura, stimolandoci a continuare il percorso artigianale, non solo preservando questo patrimonio ma cercando di ricrearlo con la maestria e le tecniche collaudate. È per noi fondamentale non solo continuare un processo generazionale, ma preservare e tramandare al futuro l’ attività qualificata di “artigiano”. Il nostro scopo? E’ quello di suscitare ancora in voi, con il nostro operato, delle “emozioni”!
Stefano e Mauro Magi.